Non ce ne frega un tubo!

San Valentino

Non ce ne frega un tubo!

Puntuale (il 14 febbraio arriva proprio ogni anno) ecco bussare alle nostre porte la solita incombenza post-natalizia e pre-pasquale: San Valentino. Diciamoci la verità: con questi chiari di luna (e non lo dico per essere romantica) non è che ne sentivamo propriamente la mancanza. E, in più, con tutti quegli spot melensi degli anni scorsi ci hanno fatto sorgere il dubbio atroce di essere attorniate/i da esseri rozzi e primitivi se non ricevevamo almeno un presente. Come cani di Pavlov, l’attesa cresceva in concomitanza all’esposizione mediatica ai gingle carini e cretini e, in moltissime occasioni, si restava poi delusi perché il partner di turno non aveva prenotato almeno un giro in elicottero o affittato per noi l’attico di un hotel a cinque stelle… e via coi musi lunghi e le ripicche. Del resto il buon vescovo Valentino è stato un martire. E non aggiungo altro. Tra il serio e il faceto, ammiro da sempre la creatività di Luisa Spagnoli (la donna che ha inventato i famosi cioccolatini), l’evoluzione di una ditta che ha introdotto la trovata geniale dei messaggi (cartigli) e la capacità che tale prodotto ha avuto di fissarsi nella memoria di moltissimi consumatori. Proprio per celebrare tale impresa, presso il complesso del Vittoriano a Roma sarà allestita una mostra apposita dal 13 febbraio al 23 marzo, con ingresso gratuito. Scommetto che la curiosità spingerà tanti a visitarla, fosse solo per cogliere le differenze col prodotto attuale, sempre più proiettato verso la personalizzazione dei messaggi e persino delle confezioni. In tema di consumi, il dato che mi fa sorridere è che il 40% dell’intero fatturato dei Baci proviene dalla sola regione Campania: in effetti, già dagli ultimi giorni di gennaio le vetrine sono in fermento e piene di speranzosi orsetti, alcuni dei quali piuttosto brutti, ma… mica stai a badare al capello, suvvia. In tema di esportazioni, mi piace ricordare che in Giappone questa festa è davvero molto sentita. Trovo poco plausibile pensare che anche loro possano ricordare le radici cristiane di tale giornata: si sono limitati a coglierne il senso commerciale e “terreno” e ci hanno messo su un business niente male. Innanzitutto, pur essendo migliaia di chilometri lontani da Terni, Perugia e quant’altro, anche per i nipponici San Valentino fa rima con cioccolato. Tanto, tanto, tanto cioccolato. Ne sono invasi gli immensi centri commerciali delle città, come pure i negozi di paese. Mentre i piccoli 100 yen shop vedono in esposizione un tripudio di carte, nastri, contenitori, biglietti e scatole. Il perché di questi ultimi articoli è presto spiegato: per le ragazze giapponesi, la data del 14 febbraio è dedicata alla preparazione casalinga di cioccolatini. E – se proprio vogliamo dirla tutta – anche alle dichiarazioni d’amore taciute per secoli. (Solo a metà marzo, col White day, toccherà ai maschi ricambiare i doni ricevuti). Tuttavia, ecco la trovata geniale dei “poco abituati a fingere” cugini orientali: la suddivisione in Honmei Choco e Giri Choco. Detta così, potreste pensare a una divisione del tipo latte o fondente. Invece... C’è dell’intenzionalità sottile e spietata nei due titoli. Il primo cioccolato è quello fatto in casa: preparato negli stampini, incartato, realizzato con le migliori varietà di cacao. E resta esclusivo appannaggio di chi si ama, di colui al quale si vuol fare una dichiarazione seria. Il secondo è quello “di cortesia”, come l’auto scassona che ti rifilano dal meccanico: è quello già pronto, quello che si regala ai colleghi di lavoro, alle persone verso cui proviamo gratitudine, ai compagni di classe. Le ricezione o meno di tali doni, può essere fonte autentica di stress. Se in quella giornata non hai racimolato nemmeno un Giri Choco, sei davvero sfigato! (Vedasi cartoni e manga che trattano l’argomento). Tenendo conto che in Italia ha preso poco piede l’idea di fare un gesto carino anche verso coloro a cui si vuol bene e che non sono oggetti d’amore sdoganati quali fidanzati, mariti o mogli, concludo con l’invito a fare solo ciò che ci si sente di fare, senza badare troppo alla forma ma avendo presente il contenuto e – soprattutto – le aspettative emotive (non materiali!) dei partner. Se avete intorno persone ragionevoli, dovrebbe bastare. Un’idea regalo insolita: il 13 e 14 febbraio in tutti i musei, monumenti e siti archeologici statali presentandosi in due si entrerà pagando un solo biglietto. Magari fateci un pensierino!


 
 


ivents - Cultura